Savoir-faire

Il filo rosso del marchio rimane senza esitazione il posto centrale dato all’artigianato e al know-how tradizionale. Sonia Godet si è circondata dei fornitori francesi più specializzati in ogni fase della produzione.

Con ogni bottiglia, un respiro, una presenza umana, un saper fare unico.

Tutte le nostre bottiglie sono realizzate a mano dai nostri maestri vetrai. Veri garanti dell’arte della poesia del vetro, i nostri maestri vetrai prelevano il vetro fuso, lo versano nello stampo della nostra bottiglia, fino al taglio a scalpello, che segna l’inizio del processo di lavorazione della bottiglia.

Tutte le nostre scatole sono delicatamente realizzate a mano.

Ogni creazione richiede una presenza umana e il controllo qualità della produzione dei contenitori è una meticolosità caratteristica ereditata di padre in figlio. I metodi operativi del 21° secolo possono contrastare con quelli del 1900, ma l’innovazione è destinata a servire l’eredità del marchio, con l’obiettivo di riscoprire l’emozione senza tempo della profumeria ai tempi di Julien-Joseph Godet.

La regione di Grasse è una fucina di talenti appassionati dei segreti dei fiori.

Dalla semina alla raccolta, passaggi scrupolosamente metodici e rispettosi dell’ambiente consentono di ottenere gli elementi migliori. Poi, tecniche ancestrali, come quella dell’enfleurage freddo, riescono a catturare il cuore olfattivo delle piante.

L’ubicazione della nuova boutique Parfums Godet a Saint-Paul-de-Vence garantisce cortocircuiti e una qualità del prodotto impeccabile. Il frutto del “savoir-fleur” di Grasse, danneggiato dall’arrivo dei prodotti di sintesi, è dunque a portata di mano. Le fragranze prodotte si presentano contemporaneamente come parti di un tutto e somma delle loro componenti, grazie a questa cultura dell’ingrediente che Parfums Godet cerca di difendere.

Il gesto di Godet, “su tutti i posti dove rischi di essere baciato”!

Lo sviluppo di una cappa senza vaporizzatore è il risultato di diversi anni di ricerca. Al posto del vaporizzatore, divenuto appannaggio moderno della profumeria, il flacone ha un tappo in cima che si riempie di goccioline quando si apre. La quantità di materiale così raccolto può rivestire la pelle in aree precedentemente scelte. Si sta ridisegnando un legame tra l’umano e il profumo, rendendo la toilette più intima e precisa, “su tutti i posti dove si rischia di essere baciati”, precisa Sonia Godet. La pelle diventa confidente di profumi localizzati per una nuova esperienza cosmetica.